Uno studente tedesco alla scoperta degli Alpini

Il presidente di Obscurium ha visitato il Memoriale della Divisione Alpina Cuneense, accompagnato dagli amici di Zenith

 

Quando sono arrivato a Cuneo, ero già a conoscenza delle sanguinose battaglie alpine combattute nel corso delle guerre mondiali. Non mi ha quindi sorpreso incontrare un memoriale delle truppe alpine italiane che hanno combattuto in quei periodi.  In seguito mi è stato anche riferito che avevano un nome: “Alpini”. E più tempo passavo a Cuneo, più mi imbattevo in questo nome: alcune strade portano il loro nome, mentre molti altri sono i riferimenti storici che portano a questa unità militare. Ma chi erano veramente, come lo sono diventati e cosa hanno fatto, queste sono cose che ho imparato solo al mio ventitreesimo compleanno, il 21 agosto 2023, quando io, Odisseas (denominato Zar Antonov), Presidente della micro nazione tedesca Obscurium  ed i miei amici della Repubblica di Zenith abbiamo visitato il  Memoriale della Divisione Alpina Cuneense.

 

Qui, un Alpino di nome Silvio, ci ha mostrato un museo molto dettagliato e ci ha regalato una visita guidata dei locali. Gli Alpini sono in realtà la più antica unità militare di montagna ancora attiva al mondo. Fondati nel 1872, avevano lo scopo di proteggere i confini settentrionali dell’Italia, che consistevano e sono tuttora costituiti principalmente da montagne. L’Italia è protetta da tre lati da acqua e qualcuno doveva proteggere il punto debole a Nord, era il ragionamento dietro la loro creazione. Truppe reclutate localmente, familiarità con il clima insidioso ed il terreno delle Alpi. Il loro simbolo caratteristico, che cambiò nel tempo ma mantenne ancora lo stesso motivo riconoscibile, era il cappello con una piuma nera (Penna), che sporgeva dal suo lato. Questa piuma distingueva gli Alpini dalla fanteria italiana comune, in quanto quest’ultima indossava sui cappelli piume a caschi, invece di una singola. La fanteria comune usava anche solo le piume che servono agli uccelli  per scaldarsi, mentre le piume degli Alpini servono agli uccelli per guidare e manovrare il volo. Un simbolo più prestigioso per l’unità piuttosto prestigiosa. Proteggere i confini della patria era considerato un compito così importante che essere ammessi nelle file degli Alpini era la cosa migliore che potesse accadere ad un soldato. Ma gli Alpini non sono solo penne fantasia e prestigio: hanno visto feroci combattimenti durante entrambe le guerre mondiali. Durante la prima guerra mondiale, combatterono le unità austro-ungariche dalle valli di montagna alle vette più alte delle Alpi. Qui vivevano in trincea e qui morivano, per malattia o per mano del nemico. L’attrezzatura degli Alpini era abbastanza ingegnosa sotto alcuni aspetti, ma mancava in altri. Ad esempio, i francesi usavano occhiali da sole con una superficie riflettente, rendendoli facilmente individuabili dai cecchini, mentre gli Alpini usavano occhiali antiriflesso e rimanevano nascosti. Tuttavia, quando si trattava di identificazione, gli alpini avevano capsule di metallo con carte all’interno, contenenti le informazioni più importanti sulla loro persona. Ma se una capsula si fosse bagnata, si sarebbe danneggiata ed i soldati non sarebbero più stati identificabili. Molte altre forze militari utilizzarono invece supporti metallici, impermeabili.

Odisseas posa presso il monumento del Memoriale insieme agli amici di Zenith

Durante la seconda guerra mondiale, le truppe degli Alpini combatterono nel Corno d’Africa, Libia, in Jugoslavia ed in Italia, indossando sempre la loro piuma nera. In Jugoslavia, mi dissero, Tito fece gettare gli Alpini nelle foibe, dove sarebbero morti. Un audace Alpino si recò in una tale voragine e vi si arrampicò, trovando molti manufatti e resti di tali esecuzioni. Gli Alpini furono schierati anche in Unione Sovietica, per aiutare il Führer nella sua folle conquista dell’est. Avanzarono a fianco della Wehrmacht tedesca, e mi furono mostrate fotografie di Alpini nei villaggi ucraini, che commerciavano materiali per il cibo e stabilivano relazioni. Dovettero però anche ritirarsi dopo che i loro alleati tedeschi furono sconfitti:  miracolosamente, alcuni riuscirono a tornare in Italia, a piedi, trainando slitte piene di equipaggiamenti e dei loro compagni feriti.. Molti tuttavia trovarono la loro ultima dimora nelle terre ghiacciate dell’Unione Sovietica. Oggi, però, gli Alpini esistono ancora, dopo aver sopportato tutte le sfide che la storia ha lanciato loro, indossando ancora la piuma nera, come  parte integrante delle forze armate italiane.

Questo è solo un breve riassunto di ciò che ho imparato al memoriale. Visitalo se sei interessato alla storia militare italiana e vivi un tour incredibile con una guida straordinaria presso il Memoriale della Divisione Alpina Cuneense.

 

Odisseas